Una favola per il futuro

“Non riesco a ricordare nessun momento, nemmeno nella mia prima infanzia, in cui non abbia dato per scontato che sarei diventata una scrittrice. Non ho idea del perché. In famiglia non c’erano scrittori. Fin quasi dalla più tenera età ho letto moltissimo, e suppongo che avessi capito che i libri qualcuno doveva scriverli, e pensassi anche che sarebbe stato divertente inventare delle storie.
E ancora, non riesco a ricordare nessun momento in cui non sia stata interessata agli spazi aperti e a tutto il mondo della natura.
Quegli interessi – lo so – li ereditai da mia madre e li ho sempre condivisi con lei. Ero una bambina alquanto solitaria e passavo moltissimo tempo nei boschi e lungo i corsi d’acqua, imparando a conoscere uccelli, insetti e fiori”.

 

Per chi si occupa di temi ambientali, anche in chiave educativa, Rachel Carson è un riferimento importante. Lo è per il suo testo Primavera silenziosa, con cui ha dato il via al secondo movimento ecologista interrompendo un uso pericoloso e indiscriminato dei pesticidi. Lo è per la sua Trilogia del mare, con cui ha saputo intrecciare il linguaggio scientifico con quello narrativo, rendendo non solo accessibili, ma anche appassionanti, contenuti altrimenti spesso limitati agli addetti ai lavori. E lo è per quel minuto splendido testo che è The sense of wonder, tradotto in Italiano col titolo Brevi lezioni di meraviglia da Aboca. Ora per le stesse edizioni esce Una favola per il futuro, la raccolta curata da Linda Lear nel 1998 col titolo Lost Woods. In questo caso non si tratta di un testo organico (del resto lo stesso The sense of wonder resta incompiuto, o meglio limitato alla versione uscita come articolo e che la Carson non riuscì ad ampliare come avrebbe voluto), ma di una raccolta di testi di varia natura, da scritti giovanili a lettere, discorsi, articoli e saggi che coprono un ampio arco temporale e riguardano argomenti di varia natura.
C’è da perdersi nelle molte ed eterogenee pagine di questa raccolta, da percorrere in modo lineare per conoscere meglio lo sviluppo dei pensieri della Carson su molte tematiche di suo interesse, ma anche da scorrere più liberamente per trovare suggestioni di ampio respiro e di grande ispirazione.
E se alcune scuotono la nostra sensibilità ecologica, ad esempio quando sprona la comunità scientifica a mettere a disposizione il suo sapere per farne partecipi i moltissimi interessati a saperne di più, altre emozionano per la profondità umana e la delicatezza dello sguardo.
Un libro per appassionati della scienziata e scrittrice, ma anche per curiosi della storia e delle riflessioni di una figura a cui sia tutte e tutti ancora, e forse sempre più, debitrici e debitori.

 

MG