Tempestina

Tanti bambini e bambine amano trascorrere lunghi periodi in mezzo alla natura, meglio ancora se in compagnia di qualcuno che non li disturba mentre sono in giro a curiosare, ma che si prenda cura di loro. Se poi quel posto si trova in una piccola isola quasi deserta, l’avventura è assicurata. È così che passa le sue estati Stina, la protagonista del libro di Lena Anderson, “Tempestina”, edito da LupoGuido, insieme a un nonno silenzioso ma attento. La bambina può permettersi di uscire ancora in pigiama dalla piccola casetta in legno grigio per godersi la vista di un mare che a volte è così liscio da sembrare “appena stirato”. Il tutto, mentre il nonno si gusta il primo caffè della giornata. Poi vanno insieme a pesca e ogni volta l’emozione è tanta, perché non sempre si riesce a catturare i gustosi rombi e persici. Talvolta nella rete si impigliano solo le alghe.

Quando è sulla riva, Stina va sempre alla ricerca di piccoli tesori: che si tratti della penna di un gabbiano, di un pezzo di legno consumato dalla salsedine o di una vecchia lampadina portata dal mare, fa lo stesso. Lei conserva minuziosamente tutto.

Una notte, in cui una spaventosa tempesta si abbatte sull’isola, la bambina è così eccitata da avventurarsi fuori da sola, di nascosto dal nonno. Peccato che l’uscita non si riveli così piacevole come pensava. Dopo numerose ricerche, il nonno la troverà tremante, spaventata e fradicia e la riporterà a casa. Però, nessun rimprovero o scoraggiamento uscirà dalla sua bocca, ma solo un consiglio: per “godere” di una tempesta bisogna essere almeno in due e ben attrezzati (come diceva sempre Robert Baden-Powell, il fondatore degli scout). Così i due torneranno fuori insieme, bardati di tutto punto, con stivali di gomma, cerata e cappello impermeabile. E la cara Tempe-Stina troverà anche un bellissimo reperto portato dal mare. Cosa desiderare di più?

Dedicato a chi è desideroso di avventura, anche se può godersela, a volte, stando a letto a leggere.

AP