Peter Brown racconta di essere affascinato dalla natura fin da bambino: è cresciuto osservando cervi, scoiattoli e oche. Li ha osservati così a lungo da capire che reagiscono al pericolo, costruiscono nidi e stanno in gruppo seguendo il loro istinto in modo preciso e programmato, quasi come il programma di un computer. Visto che Peter Brown è altrettanto affascinato anche dal mondo dei robot, reali o immaginari, una volta cresciuto e diventato autore di libri per ragazzi, ha deciso di mettere insieme le sue passioni e a poco a poco ha creato la storia di Roz, Il robot selvatico (Salani, 2018).
Rozzum unità 7134 (detta Roz) è un robot femmina, frutto di altissima tecnologia che sopravvive ad un terribile naufragio. Si ritrova sola su un’isola selvatica, circondata da animali e piante, unica creatura tecnologica in un mondo naturale. Che fareste voi al suo posto?
Roz conosce il nome dei pianeti, può sradicare un albero, può vivere senza cibo ed acqua, eppure sceglie come prima cosa di osservare ciò che la circonda: non distrugge, non usa il suo potere, non uccide (se non per sbaglio!). Invece si sporca, si mimetizza con felci, radici e fiori, si traveste da cespuglio, cumulo di alghe, roveto, persino pietra! E osserva, impara, annota : ragni che tessono tele, girini che diventano rane, volpi che mangiano lepri, muschio sui tronchi, avvoltoi sopra cadaveri. Così Roz capisce che gli animali comunicano tra loro, che la natura alle volte è furiosa e inarrestabile, che i piccoli vanno protetti, come farà lei stessa adottando un uovo d’oca orfano.
L’avventura continua, tra natura e fantascienza, tra diffidenza per ciò che è diverso e voglia di conoscere, fino ad un rocambolesco finale con tanto di cattivi pronti a tutto.
Il robot selvatico è un libro forte, pieno, che ci parla di natura e cultura, di sottomissione e convivenza, di legami naturali e legami che decidiamo di instaurare; però è scritto con una semplicità affascinante, narrato in brevi capitoli che si fa fatica a smettere di leggere, punteggiato da illustrazioni in bianco e nero dello stesso autore, profondo e ridicolo al punto giusto.
E se vi affezionate a Roz e vi dispiace che il libro finisca? Niente paura: da poco è stato pubblicato il seguito, La fuga del robot selvatico (Salani, 2019)… buone avventure!
MM