Non mi sveglio mai a quest’ora.
A quest’ora normalmente dormo.
Oggi no.
Oggi sono sveglio.
Un adulto e un bambino, un genitore e un figlio. Una mappa che racconta di luoghi vissuti, vestiti tenuti tiepidi per prepararsi all’avventura, l’equipaggio di chi non è nuovo a incontri con la natura, un percorso verso cosa ancora non si sa.
Alba, scritto da Daniel Fehr e illustrato da Elena Rotondo e pubblicato da orecchio acerbo, è un’esperienza che fa bene donarsi, per farsi venire voglia di donarla. Un’esperienza che, appena letta, ci ha rimandato a quelle che Rachel Carson condivideva con il nipotino Roger.
Due persone, una più grande e una più piccola, nel buio e nel silenzio, attraverso un bosco che ora è diverso e misterioso, in ascolto di quello che c’è intorno, in osservazione di quello che si intravede solo.
In una avventura inattesa, il dono di un tempo rubato alla notte e regalato all’inizio del giorno.
Una visione che illumina di mille colori, arrivando all’improvviso a portare luce intorno. Un’alba, vista insieme mentre tutti dormono ancora, vicini ma non troppo, ognuno per sé eppure un po’ anche per entrambi.
Perché certe esperienze condivise con qualcuno che si ama lasciano il segno, molto più delle ore di sonno perse, come scriveva la Carson in Brevi lezioni di meraviglia, sia nella relazione tra chi le vive sia verso il mondo, che può mostrarsi nella sua immensa bellezza e complessità, nel buio e nella luce.
MG