SEZIONE ASSOCIAZIONI
Premio al progetto Natura&Cavalli dell’associazione TC ENDURANCE A.S.D per l’impegno a realizzare una proposta che solleciti un legame con la natura attraverso la relazione con gli animali e a diffondere esperienze autentiche di contatto con la natura nelle scuole.
TC ENDURANCE A.S.D. è un’associazione sportiva dilettantistica nata nel dicembre 2021.
Il progetto Natura&Cavalli offre l’opportunità sul territorio di Lecco di avvicinarsi al mondo dell’equitazione e in generale, ma soprattutto, si pone l’obiettivo di promuovere il benessere psico-fisico di adulti e bambini che lo stare in Natura ci dona.
Da settembre 2022 a fine luglio 2023 hanno aderito al progetto n. 7 scuole dell’infanzia (3-6 anni) per un totale di circa 160 bambini e bambine, ai percorsi pomeridiani di avvicinamento all’equitazione e gioco-movimento in Natura hanno aderito circa 40 bambini e bambine di età compresa dai 2 ai 10 anni. Infine alle settimane estive (12 giugno-28 luglio) hanno aderito circa 70 bambini e bambine di 5/11 anni.
L’esperienza nasce dal connubio passione di famiglia per i cavalli, in particolare per lo sport equestre dell’Endurance e per la Natura.
Relazione con natura e animali
Il progetto educativo attraverso la relazione con la natura e gli animali, in particolare con i cavalli/pony, guida i bambini alla scoperta delle loro emozioni e della natura che li circonda. Al centro del metodo poniamo la ricerca della libera e personale espressione dei bambini di cui è forza motrice la loro MOTIVAZIONE; l’educatore/insegnante infatti ha il solo ruolo di pensare e strutturare ambienti che soddisfino tutte le necessità dei bimbi, piuttosto che vigilare e contenere. Il progetto Natura&Cavalli offre l’opportunità a bambini e bambine di poter vivere esperienze significative in natura, d’ imparare ad osservare i suoi fenomeni, di relazionarsi con gli animali, di vivere le esperienze con tempi distesi, ma soprattutto di imparare l’amore, la gentilezza, la cura e il rispetto per ogni forma vivente. Crediamo che il miglior modo di fare amare la Vita ai bambini e alle Bambine sia semplicemente vivere con naturalezza e spontaneità il mondo.
Centralità del gioco
Lo stare in natura comporta un approccio multisensoriale e per questo è attivante e benefico.
Nell’infanzia, il movimento precede la percezione, per questo più si hanno esperienze di movimento, più rappresentazioni del mondo si ottengono. Il gioco nei bambini è l’attività principale attraverso la quale si muovono, sperimentano e concepiscono il mondo. Quello che si può sperimentare in natura, grazie ai suoi ritmi e spazi è il gioco libero, durante il quale il bambino decide cosa fare, si inventa, affronta e risolve differenti livelli di difficoltà svincolato dalla guida costante dell’adulto , che in quel caso sceglie di assiste come osservatore esterno e invisibile. Il gioco libero consente la nascita di nuove e spontanee relazioni, idee e negoziazione di regole.
Inoltre mettendosi alla prova fisicamente i bambini arrivano a conoscere e percepire i propri limiti. Ogni successo rinforza la loro autostima e da loro la possibilità di valutare meglio le proprie capacità, acquisendo consapevolezza e autonomia nelle scelte ed azioni da svolgere durante le attività.
Limiti del progetto
Le scuole che aderiscono al progetto provenienti da fuori città e che devono avvalersi del trasporto privato per raggiungerci spesso limitano il n. di uscite per il costo elevato dei Bus privati.
https://www.facebook.com/TCEndurance
https://www.facebook.com/TCEndurance/reels/
https://www.instagram.com/tc_endurance/
SEZIONE SCUOLA DELL’INFANZIA
Premio al progetto educativo Noi siamo foglie della sezione farfalle della Scuola dell’infanzia paritaria Della Provvidenza di Bergamo per il racconto del processo esplorativo in tutte le sue fasi e per l’approccio educativo attraversato in chiave di ricerca.
La scuola dell’infanzia paritaria “Della Provvidenza” di Bergamo è una piccola scuola in città, che dispone di due grandi giardini ed è ubicata nelle vicinanze di due parchi pubblici.
Il progetto presentato al concorso di Bambini e Natura “Noi siamo foglie” nasce da una ricerca condotta da un gruppo di 15 bambini tra i 4 e i 5 anni. L’impulso della ricerca è nato da loro e, in particolare, da una spontanea raccolta di foglie.
La ricerca ha coinvolto non solo i bambini, le famiglie e le insegnanti, ma si avvalsa dell’esperienza e delle sollecitazioni delle educatrici del Parco dei Colli Di Bergamo e del Parco delle Orobie. Le prime ci hanno fatto visita a scuola, portando reperti naturali, inventari e albi illustrati, grazie ai quali abbiamo condotto approfondimenti in diversi campi di esperienza. Con le educatrici del Parco delle Orobie abbiamo sperimentato un’immersione totale in natura, esplorando il bosco e i prati di Oltressenda Alta (BG). Il lavoro di documentazione della ricerca è stato condiviso con i bambini e le famiglie. Inoltre, tutti i genitori della scuola sono stati invitati a sperimentare concretamente le tappe della ricerca (visita alle collezioni di foglie, prova di stampa botanica, osservazione naturalistica al microscopio …), durante un incontro che si è tenuto a scuola a fine anno. Anche per le famiglie è stata organizzata un’esperienza di immersione in natura nel bosco di Ca’ Matta, sede del Centro Parco dei Colli di Bergamo il 10 giugno 2023.
L’esplorazione diretta condotta dai bambini è stata sicuramente il punto di forza dell’esperienza. Attraverso un percorso di inferenze e deduzioni, con il quale si è stabilita una forte connessione tra dentro e fuori la scuola, tra i bambini e la natura, tra ambiente naturale e ambiente antropizzato (“le venature delle foglie sono come strade o ponti che trasportano qualcosa …”), i bambini e le bambine hanno sviluppato un pensiero critico, capace di indagare profondamente la realtà. Il confronto con esperti naturalisti e le esperienze concrete di immersione in natura hanno contributo a rendere i bambini consapevoli delle loro acquisizioni e rispettosi della natura della quale si sono sentiti parte integrante.
La condivisione della ricerca con le famiglie e il loro coinvolgimento diretto sia nella raccolta dei materiali che nella sperimentazione concreta delle tappe di ricerca sono state occasioni importanti per valorizzare le competenze dei bambini.
Sito web della scuola: https:// infanziaprovvidenza.wordpress.com
SEZIONE SCUOLA DELL’INFANZIA
Premio al progetto pedagogico “Con-Tatto in cortile: sguardi e pensieri in movimento, oltre la soglia”, della Scuola dell’infanzia Don Zuccotti di Marcallo con Casone (MI) per la scelta progettuale condivisa e per il percorso di cambiamento intrapreso dall’intero servizio, focalizzati a cogliere, raccontare e rilanciare le opportunità educative offerte dal contesto esterno della scuola.
Quanti bambini hanno preso parte all’esperienza? Di quale fascia d’età?
Circa 110 bambini dai 2 ai 6 anni.
Quali sono i bisogni e/o le motivazioni che ne hanno stimolato la nascita e l’evoluzione e come l’esperienza li soddisfa?
Il bisogno emergente e contingente è stato quello di ri-pensare lo spazio esterno perchè discordante con l’intenzione educativa promossa e alimentata “dentro” le singole classi e negli spazi interni. Il desiderio era quello di ridurre lo scarto tra dentro e fuori, un fuori che non ci identificava più e non consentiva ai bambini di vivere esperienze significative. Sentivamo l’esigenza, quasi l’urgenza, di trasformare il cortile in un luogo di possibilità partendo da noi, dal nostro modo di essere e fare “scuola”.
Puoi descrivere l’esperienza?
Il progetto si inserisce all’interno di un percorso formativo e ha preso forma incontro dopo incontro. Il gruppo di lavoro, attraverso esperienze vissute in prima persona, si è aperto alla possibilità di riflettere sulla propria postura educativa al di fuori della classe e scoprire un modo nuovo di poter stare in relazione con lo spazio esterno offerto dalla nostra scuola. E’ stato questo sostare che ha consentito la possibilità e il desiderio di un cambiamento. Come dare un significato educativo a questo spazio? Come trasformarlo in luogo e come abitarlo? Siamo partiti andando “incontro” al nostro cortile alla ricerca e alla scoperta di “qualcosa”, ciascuno con il proprio sentire legato alla propria biografia professionale e personale. La condivisione di sguardi, di sensazioni, di emozioni evocate e di vissuti ha permesso al gruppo da un lato di instaurare una relazione significativa con il “fuori” , dall’altro di elaborare e maturare un pensiero collettivo e partecipato. Un incontro, quello con il cortile, che ha mosso e smosso il gruppo, che ci ha portato a cambi di rotta interiori, a volte con emozioni contrastanti. Un incontro che, come tutti gli incontri pieni di bellezza, ha trasformato prima noi. Da questa crescita di gruppo nasce il ri-pensare e il ri-progettare: da spazio a luogo da abitare, da contenitore a contesto, da passatempo a un tempo educativo denso di possibilità. Quello che ci teniamo a testimoniare è come sia stato fondamentale partire da noi come gruppo, passaggio cruciale per alimentare una relazione tra noi e lo spazio che abbiamo sempre attraversato ma mai vissuto pienamente. Dopo questo primo momento e movimento, ci siamo concesse un tempo di osservazione su come i bambini interagivano con lo spazio esterno, su cosa catturava la loro attenzione e su cosa amavano fare, oltre che sulle fatiche che uno spazio grande e non pensato richiedeva ai bambini stessi. Sulla base di queste osservazioni, nascono idee, proposte, rilanci che facciamo circolare nel gruppo di lavoro cercando di legarle ai vissuti rielaborati da noi educatori. Ritorniamo in cortile e diamo forma al pensiero realizzando angoli di interesse, imbastendo contesti, curando allestimenti che seguono le inclinazioni osservate nei bambini. Nascono luoghi da abitare.
Quali ritieni siano stati i punti di forza del progetto/esperienza?
Il punto di forza è rappresentato dalla coesione del gruppo di lavoro che ha scelto unanimamente di esplorare e intraprendere questo percorso (ciascuno con il proprio passo e con il proprio ritmo di crescita) e di attraversarne le fatiche. Il gruppo di insegnanti e educatori ha maturato la consapevolezza che i luoghi possano e debbano essere pensati per essere abitati da chi li vive quotidianamente e, quindi, ripensabili, trasformabili, in continuo movimento perché rispondenti ai bisogni emergenti dei bambini.
Quali sono stati i limiti del progetto (se li avete incontrati)?
Il limite, attraversabile e superabile mettendosi “in gioco” e alimentando il pensiero, può essere rappresentato dalla convivenza reciproca: insegnanti/educatori che abitano lo stesso luogo è un’indubbia ricchezza ma anche una sfida educativa. Significa mediare, fermarsi a riflettere, nutrire il dialogo; mettersi in profonda relazione con se stessi e con gli altri; significa “uscire” dal conforto della propria classe e andare “incontro” alle risorse e alle fatiche dell’altro.
Se li utilizzate, a quali canali/pagine/social è possibile seguire le vostre esperienze?
Facebook: @maternamarcallo
Instagram: scuolainfanziamarcallo
SEZIONE NIDO D’INFANZIA
Premio alla documentazione del progetto Connessioni di nature tra dentro e fuori del “NidoScuola Lipomo” (CO) per le immagini che restituiscono la profondità di un dialogo quotidiano con la natura, tra dentro e fuori.
Quale realtà educativa si è candidata al premio?
NidoScuola Lipomo, un nido e una scuola dell’infanzia con formazione Reggio Children. Accoglie bambini dai 0 ai 6 anni.
Con quale progetto? Quanti bambini hanno preso parte all’esperienza? Di quale fascia di età?
Il progetto che abbiamo voluto condividere con voi è Connessioni di Natura tra dentro e fuori, una documentazione fotografica di processi ed esperienze che evidenziano il dialogo tra corpi di bambini e bambine con l’ambiente naturale e i suoi elementi. Hanno preso parte a questo progetto i bambini del Nido, da 6 mesi a 24 mesi.
Quali sono i bisogni e/o le motivazioni che ne hanno stimolato la nascita e l’evoluzione e come l’esperienza li soddisfa?
Questo progetto nasce dal desiderio di voler entrare in connessione con qualcosa che ci è vicino e che conosciamo poco: la natura. Abbiamo notato che quando si usciva in giardino, a settembre, i giochi su cui miravano i bambini erano perlopiù di plastica e strutturati, spesso si creavano conflitti e grandi e piccoli non vivevano bene questo spazio e questo tempo nel fuori. Così, gradualmente abbiamo “eliminato” i giochi, creandone di altri, più belli. Piccoli angoli in cui ciascuno poteva creare connessioni e relazioni con ciò che stava incontrando.
Puoi descrivere l’esperienza?
L’esperienza è iniziata quindi con una sperimentazione iniziale del luogo da parte delle educatrici per conoscerlo. Successivamente insieme ai bambini ci si è immersi tra i materiali nascosti che il giardino offriva e siamo andati alla scoperta. Sono stati recuperati anche dei materiali naturali (tronchi, rami, sassi…) da boschi e fiumi e i bambini li hanno accolto con interesse e curiosità, stupendosi ogni volta come fosse la prima. Dopo aver conosciuto alcuni materiali, questi ultimi sono stati portati all’interno della sezione in contesti diversi, come quello della grafica, del tavolo luce e della costruttività, per indagare le connessioni non solo fuori, ma anche dentro, creando ulteriori connessioni di continuità.
Quali ritieni siano stati i punti di forza del progetto?
I punti di forza del progetto sono state sicuramente le
emozioni provate di adulti e bambini in questo percorso di conoscenza, di conseguenza l’aspetto sociale e relazione in una triade bidirezionale tra adulti, bambini, natura; inoltre, l’esplorazione e l’indagine della natura, dei suoi elementi e delle loro caratteristiche.
Quali ritieni siano stati i limiti del progetto?
Purtroppo, non è sempre stato facile raccontare ai genitori le modalità del progetto, il desiderio di vivere il “fuori” anche durante l’inverno e il rischio di farsi male.
Se li utilizzate, a quali canali/pagine/social è possibile seguire le vostre esperienze?
Le nostre esperienze sono visibili sull’account Instagram e Facebook di NidoScuola Lipomo.
Sezione SCUOLA DELL’INFANZIA
Progetto educativo SOTTO AL TIGLIO, scuola dell’infanzia G.Rodari di Castel San Pietro Terme (BO),
Daniela Bigiani e Elisa Solaroli
Quale realtà educativa si è candidata al premio?
La sezione A della scuola dell’infanzia statale di Castel san Pietro Terme di Bologna.
Con quale progetto? Quanti bambini hanno preso parte all’esperienza? Di quale fascia di età?
Il progetto “Sotto al tiglio” nasce dal desiderio dei ventuno bambini di 3 e 4 anni della sezione A della scuola dell’Infanzia Rodari di “uscire fuori” dalle porte della sezione per incontrare la natura e diventarne parte integrante. L’incontro è stato letteralmente un “trovarsi di fronte a…” un maestoso pioppo e un accogliente Tiglio. Il pioppo ci ha sempre accolto nelle nostre esplorazioni al parco Lungo Sillaro, stare seduti sotto il tiglio per esplorare o per leggere libri durate l’anno scolastico è diventato invece il nostro “angolo del cuore” nel giardino della scuola.
Pian piano l’albero, grazie a vari rilanci per approfondire la conoscenza delle sue parti e funzioni, è diventato un amico. Il tiglio del nostro giardino e il pioppo non sono “piccole cose”, non passano inosservati ma, nonostante la loro maestosità e bellezza a volte non vengono “guardati”, ma solo “visti”.
A maggio la natura ci sorprende con un evento che cambia profondamente il parco che ci ha accolto nelle nostre esplorazioni. Il fiume è uscito dai suoi argini e ha abbattuto gli alberi, innalzando vere e proprie barricate di detriti naturali intorno ai tronchi e creando spiagge di argilla dove prima c’era l’erba. L’ultima esplorazione è stata quindi molto significativa sia per i bambini sia per noi docenti. Le parole dei bambini hanno saputo raccontare e descrivere molto bene l’ambiente intorno a noi e le nostre forti e potenti emozioni. Un bambino ha iniziato spontaneamente a liberare un piccolo albero da detriti e rami; questo gesto di cura è stato quindi sostenuto e imitato da adulti e compagni che in breve tempo sono riusciti a liberarlo completamente.
Un pomeriggio di fine giugno abbiamo proposto alle famiglie di pulire tutti insieme il tronco di un albero dai detriti, un noce dove noi insegnanti abbiamo appoggiato tra i suoi rami ghirlande di bambini che si tengono per mano, creata grazie alla collaborazione tra la scuola e le famiglie.
Un momento dove ciascuno ha percepito se stesso come parte integrante della natura!
Quali ritieni siano stati i punti di forza del progetto?
È stato un viaggio di conoscenza ed emozioni condiviso, un percorso dove i bambini e gli adulti educanti hanno cercato di “ascoltarsi” a vicenda, cogliendo le possibilità che la natura ci regala. Noi, come docenti, abbiamo cercato di osservare con attenzione le opportunità che la natura e i bambini ci hanno mostrato, per offrire rilanci autentici e rispettosi del sé, del noi e degli esseri viventi. Abbiamo inoltre accolto l’inaspettato, l’imprevisto: l’alluvione. Grazie allo sguardo dei bambini abbiamo visto la possibilità della rinascita, la bellezza che si nascondeva dietro a fango e detriti. Legni colorati, radici sinuose e tondeggianti, tronchi dove arrampicarsi hanno coinvolto tutti i loro sensi. L’incontro dei bambini con l’albero ha consolidato rispetto e protezione verso gli altri esseri viventi, il desiderio di liberarlo dai detriti ne è stata la chiara dimostrazione. Proporre momenti di osservazione, attenzione, rispetto verso il mondo naturale ha permesso di consolidare il senso di empatia verso l’albero, favorendo così immedesimazione, riflessione e “prendersi cura”.
Quali ritieni siano stati i limiti del progetto?
Per raggiungere il parco Lungo Sillaro, che è distante dalla nostra scuola, abbiamo deciso di utilizzare l’autobus di linea. All’inizio i genitori e le colleghe erano titubanti, la sezione è eterogenea formata in maggioranza da bambini di tre anni (13 anni di 3anni e 8 di 4 anni). Inoltre al nostro ritorno, i bambini erano da svestire e molte volte da cambiare nonostante avessero indossato abbigliamento adeguato all’esplorazione (pantaloni e giubbotto anti-acqua e stivali).
Ma il tempo ha trasformato i dubbi in sicurezze. Gli adulti si sono resi conto che i bambini erano in grado di affrontare queste nuove esperienze. Il viaggio in autobus era per molti una delle parti più avventurose dell’esperienza e pian piano diventavano sempre più competenti nel vestirsi e svestirsi.