Una casa per fermarsi

Il progetto Zuccabà “nasce nel tempo e nella lentezza. Nasce da un continuo dialogo e ascolto tra la natura e il ruolo dell’adulto educatore, tra la natura e il bambino”. L’esperienza promossa dall’Associazione Soffiditerra e coinvolge bambini dai 3 agli 11 anni ha vinto il secondo premio dell’edizione del Premio BeN del 2018, categoria Associazioni. Zuccabà è un progetto di educazione consapevole che coinvolge bambini dai 3 agli 11 anni.
Casa Zuccabà è immersa nel verde, circondata da 6 ettari di terreno, tra prati, boschi, un uliveto e un noceto. I bambini si muovono in questi ambienti esplorando e mettendo alla prova tutti i sensi. Utilizzano i materiali naturali per costruire e progettare. La natura è una “palestra” dove allenarsi e mettersi alla prova, arrampicandosi sugli alberi o correndo nei prati. Lo fanno all’interno di una comunità in cui la relazione è essenza stessa del percorso di crescita: la conoscenza di se stessi passa attraverso l’altro.
La vita all’aria aperta consente un contatto continuo con la natura, riallineandosi ai tempi lenti che essa ci insegna. “Bisogna avere la possibilità di fermarsi, guardare le cose belle, meditare, pensare a noi, guardare i tramonti.” Famose parole di Zavalloni, tra i collaboratori del progetto. E così i bambini vivono la natura, incontrandola sia in modo incidentale che guidato. Gli adulti sono in ascolto: assecondano gli interessi dei bambini, li fanno emergere, li valorizzano. Mettono a disposizione i propri saperi e le proprie passioni, stimolando i bambini anche laddove non immaginano di trovare un interesse.
L’organizzazione degli spazi della casa alterna ambienti più strutturati a contesti in cui i bambini possono approcciarsi in modo libero ai materiali. C’è uno spazio ludico, uno spazio Montessori, uno spazio Atelier per la manipolazione, uno spazio per attività di movimento, teatro, narrazione, una biblioteca.
La cura è alla base del progetto: cura della relazione con se stessi, con gli altri, con il mondo. Rispetto, fiducia e condivisione che hanno nel “prendersi cura” la loro massima espressione. Così accendere il fuoco, cucinare, apparecchiare, riordinare, accudire l’orto e il giardino sono esperienze che fanno parte naturalmente della quotidianità e permettono ai bambini di sentirsi un tutt’uno con il gruppo e con l’ambiente di cui fanno parte.
Un ritorno a tempi dilatati, ad uno sguardo che si ferma e si sofferma, ad un’idea di natura di cui siamo parte integrante e di cui prendersi cura è un bisogno oltre che un dovere.

AS