Progetto “MEDIAmente” dell’Istituto Comprensivo Statale di via Pareto a Milano
Sezione Scuole, vincitore del premio BeN 2017
“Ho sempre creduto che il contatto con la Natura potesse fare del bene, donare benessere.
Non a caso sono stata una promotrice dell’orto a scuola, proprio perché l’abbassarsi a toccare la terra, lo sporcarsi le mani, l’odorare il profumo delle erbe, del fango, sono a mio parere elementi appartenenti alla Natura dell’uomo.
I ragazzi che arrivano alla scuola secondaria sembra che debbano dimenticarsi di questa propria dimensione, perché diventati grandi, come se il legame tra crescita e natura non fosse continuo per tutta la vita. Ipotizzo che una delle cause di questa spaccatura potrebbe essere il vivere in una grande città come Milano. Mi auguro che in piccoli centri cittadini, nei paesi, questo non accada. Per ovviare a tale difetto io credo che la scuola, in ogni suo grado, possa educare alla natura, come parte integrante della didattica.”
Con queste parole la prof.ssa Patrizia Zinni esprime chiaramente quale sia la situazione attuale; se all’interno del panorama scolastico relativo all’infanzia è difficile far vivere momenti di relazione e contatto con la natura ai bambini, quando parliamo di pre-adolescenti ed adolescenti la questione si fa ancora più drammatica.
La docente di Matematica e Scienze ha raccontato un’esperienza di immersione in natura che evidenzia le conseguenze di questo modo di pensare.
Nell’ambito di un micro progetto con la collega di educazione musicale era stata pianificata l’uscita in giardino; compito dell’insegnante era quello di guidare la classe e di invitare i ragazzi a cogliere e percepire con tutti i sensi i cambiamenti che la primavera porta nella natura. Al termine dell’esperienza i ragazzi sono stati invitati a scrivere per compito alcune brevi frasi per esprimere cosa fosse per loro segno di primavera: da queste, la docente di musica sarebbe partita per far realizzare una composizione musicale di classe.
Durante l’uscita in giardino è emersa la tendenza di una parte dei ragazzi a muoversi, dove possibile, lungo i percorsi in cemento, evitando di inoltrarsi nel prato adiacente, nonostante la docente ci fosse entrata. Alla richiesta di una spiegazione i ragazzi hanno risposto che lì l’erba era alta (era massimo 30 cm) e avevano paura degli insetti.
“Per sentire l’odore dell’erba è necessario calpestarla! Quindi ho chiesto loro di seguire i miei passi in fila indiana e ovviamente sono entrata nell’erba un po’ più alta. Mi hanno seguito. Così abbiamo potuto annusare e individuare (su mio stimolo) la menta selvatica.”
La docente racconta come spesso i ragazzi, più che esprimere osservazioni su quello che vedevano o sentivano, ponessero domande sul nome dei diversi fiori o delle piante, quasi una tendenza all’informazione “usa e getta”. L’insegnante rilancia limitandosi a dare informazioni solo su poche cose, concentrando l’attenzione su di esse: osservazione, caratteristiche e infine, dopo un percorso di indagine, anche il nome dell’oggetto indagato.
“Sono certa che se avessi specificato il nome di tutti i fiori o alberi da loro richiesti (cosa che ho evitato di fare) non se ne sarebbero ricordati la maggior parte. Ho intravisto un approccio superficiale in cui una curiosità momentanea, una volta soddisfatta, viene velocemente dimenticata e sostituita da qualcos’altro (che l’uso del digitale giochi un ruolo in questo?).
Con il progetto “MEDIAmente” sono state avanzate alcune innovative proposte, che evidenziano come l’istituto si sia impegnato a rivedere ed innovare metodologie e progettualità.
Italiano: scrittura di testi di qualsiasi tipologia ispirati dalla natura cui sono a contatto, a scuola e a casa (compiti da svolgere al parco o nel cortile sotto casa): testi descrittivi, testi poetici, temi e relazioni; grammatica in giardino con gli elementi della natura nominati secondo le loro categorie di appartenenza, creazione di esempi di frasi semplici e complesse; lettura di brani antologici e narrativa svolte all’aria aperta.
Storia e Geografia, svolte in aula, ma anche attraverso uscite didattiche ad hoc e drammatizzazioni all’aria aperta, in uno spazio più ampio rispetto a quello dell’aula.
Momenti di immersione in natura, magari legati al ciclo delle stagioni, che permetterebbero di osservare e documentare le variazioni dei colori in cui si presenta la Natura, raccogliere elementi particolari del campo, del prato, del parco, catalogarli, dare loro i nomi dando così adito a lavori interdisciplinari con Educazione all’immagine, Scienze (e Matematica), Tecnologia, Lingue straniere, educazioni musicale e motoria.
“Quale occasione più bella: sentire il profumo della terra (magari bagna‐ ta dalla pioggia) e delle erbe aromatiche, dei fiori e dei frutti… osservare i germogli e gli insetti che si posano sui fiori. Bello… guardare. Ma ora tocca a noi: lavorare nell’orto con gli attrezzi… oggetti misteriosi e difficili da manipolare nel modo giusto. Questi utensili che possono stanare insetti o vermiciattoli che ci potrebbero impaurire o farci atteggiare in modo schizzinoso. Abituarsi poi ad ascoltare l’esperto dell’orto e, soprattutto, mettere in pratica i suoi consigli per arrivare a sentire il lavoro manuale come medicina per il corpo e la mente e ritrovare la nostra vera dimensione con il contatto della terra.”