“Nel vedere e riconoscere la bellezza in qualcosa che ha esaurito la sua funzione e il suo valore, diventando frammento, rifiuto, spazzatura, è racchiusa una metafora dell’arte educativa. Ogni educare è un trasformare, dare nuova possibilità e nuova vita, là dove si trova qualcosa di danneggiato, sofferente, ferito. (…) In una relazione educativa non si ripara mai l’altro, non si possono curare le sue ferite o aggiustare le sue fratture. Perché non si può che prendersi cura di se stessi, di ciò che in ciascuno è stato colpito e poi abbandonato…”